Teatro

Incontro con Gianni Togni, direttore artistico del Musical Europa Festival

Incontro con Gianni Togni, direttore artistico del  Musical Europa Festival

Un festival dedicato al musical, ma anche un osservatorio per questo genere che ultimamente occupa un posto predominante in quasi tutti i cartelloni italiani e non solo, al recente Napoli Teatro Festival, infatti, persino grandi autori quali Peter Brook e Bob Wilson hanno ceduto alle lusinghe del teatro musicale, ma, ahinoi, c’è anche tanta improvvisazione nel realizzare spesso sottoprodotti, per cui ben venga l’iniziativa del musicista Gianni Togni che, dopo essere stato negli anni ’80 uno delle più acclamate pop star italiane, ha dimostrato, dal musical “Hollywood, storia di un divo”, diretto dal compianto Giuseppe Patroni Griffi ed interpretato da Massimo Ranieri verso la metà degli anni ’90, che la qualità può appartenere a questo genere che da molti, superficialmente, e non senza snobismo, è ritenuto “leggero”. Dal 18 al 22 luglio nella cittadina marchigiana di San Benedetto del Tronto, il  M.E.F., ovvero il Musical Europa Festival, ospiterà artisti impegnati nel musical. Nomi quali Manuel Frattini, Franco Miseria, Chiara Noschese e Giampiero Ingrassia, solo per citarne qualcuno, incontreranno il pubblico ed amanti del genere per spiegare ed approfondire la materia Musical in tutte le sue sfaccettature, un tipo di teatro che per tradizione è considerato proprio della cultura anglosassone, ma che fonda le sue radici nel melodramma italiano. Naturalmente ci sarà anche e soprattutto tanto spettacolo: teatro, cinema, ed un gala condotto da Rita Dalla Chiesa, insomma una vera e propria full immersion nel teatro musicale italiano e straniero.

Abbiamo incontrato Gianni Togni per   parlare con lui di quest’iniziativa:

Quali sono gli obiettivi che si prefigge il M.E.F. in questa prima edizione?
Mettere un piccolissimo mattone perché possa col tempo diventare una casa. Saranno necessari dedizione e lavoro, mio e di tutto lo staff, perché ciò avvenga. Per me quello di quest’anno è il numero zero del festival che avrebbe dovuto vedere la luce nel 2013, ma abbiamo accolto la richiesta del sindaco di San Benedetto del Tronto di realizzare quest’anteprima per dare possibilità a tutti noi di poter trovare le risorse, anche economiche, necessarie per realizzare questo progetto nella sua complessità.

Ha già progetti per la prossima edizione del M.E.F.?. Avete individuato un format per questo che è il primo esempio in Italia di un Festival dedicato al Musical?
L’idea è quella di non avere un format. Ogni anno il Festival cambierà come cambiano i linguaggi, le espressioni dei vocabolari. Vorrei che il festival proseguendo, come mi auguro, negli anni, possa essere sempre diverso, naturalmente con la conferma degli appuntamenti che hanno riscosso, non dico successo, ma attenzione da parte del pubblico. Il progetto è quello di poter portare sui palcoscenici di San Benedetto del Tronto una selezione dei più interessanti musical rappresentati in Europa, magari con una rassegna, in un’appendice invernale, di musical cosiddetti minori, dei piccoli assaggi con orchestrazione acustica, sui quali scommettere per il futuro.  In progetto c’è poi anche la creazione di una sorta di scuola dei mestieri, che abbia come priorità l’insegnamento e l’avvicinamento a mestieri poco frequentati, quelli più prettamente tecnici, come il tiro delle corde dietro le quinte, o la sarta di scena, o, ancora, il progettista ed il datore luci, mestieri proficui, molto più di quello del ballerino o del cantante, ma praticamente abbandonati

Negli ultimi anni in Italia c’è stato un vero e proprio boom di questo genere. Secondo lei a cosa è dovuto?
Parlare di boom è cosa complicata. In questi anni abbiamo soprattutto visto proliferare edizioni italiane di musical importati dall’estero. Io spero nascano musical inediti, dove si possano ascoltare nuove possibilità di espressione in questo genere, che non può inaridirsi e non può essere colonia angloamericana, e spero anche in musical europei, possibilmente esportabili: anche noi, in Europa, abbiamo qualcosa da dire a riguardo e possiamo  trovare posto negli scambi di mercato. 

Quali sono gli ingredienti indispensabili per un buon musical?
Il musical è sempre una favola, anche se realistica, e non deve dimenticare di lasciare lo spettatore con qualcosa a cui pensare. Deve esprimere bellezza, bellezza  estetica che ti ammalia. Io vado spesso a vedere spettacoli di balletto contemporaneo, avendo la fortuna di vivere a Roma dove il Teatro dell’Opera spesso programma spettacoli di questo genere, e ne esco sempre emozionato per la bellezza che esprime la danza contemporanea. Naturalmente per bellezza non intendo la bellezza dei corpi, ma intendo quella bellezza che riesce a commuovere ed emozionare, che esprime lo stato estetico della vita. Io mi emoziono per  l’equilibrio tra fantasia e realtà che viene espresso tramite bellezza

Il suo musical “G and G”, ispirato alla vita di Greta Garbo, è stato un successo epocale in Svezia, riusciremo mai a vederlo qui in Italia?
Non è detto che ciò non accadrà, se riuscirò a far capire che è possibile che la qualità possa  attrarre gli spettatori. Ciò potrà accadere anche con un allestimento più semplice, di quello che poté permettersi lo Stadsteatern (il Teatro Stabile di Stoccolma, che produsse e portò in scena lo spettacolo nel 2001. n.d.r.) che possiede grandi strutture, necessarie a sorreggere la grandiosità di quel progetto. È possibile anche rendere la bellezza e la fantasia di quel musical grazie alla creatività, che non utilizzi la grandiosità ad ogni costo. In Italia questo è stato possibile per spettacoli come “Hollywood, ritratto di un divo” , ma anche con “Scugnizzi”, per citare un musical italiano non mio che ha avuto uno straordinario successo anche se con allestimento semplice.

Quando sarà in scena il musical “1980”, che lei ha scritto ed in cui ci sono i suoi più grandi successi discografici?
Spero presto. “1980” è un musical con un taglio inedito, sorprendente dal punto di vista estetico, con dietro la storia degli ultimi 30 anni di vita. Il protagonista è un narratore che sta scrivendo un romanzo, a volte parlando e più spesso cantando, ed i suoi sogni si realizzano in scena. Non vorrei dire di più, se non che “1980” potrebbe rappresentare una novità assoluta, nel panorama del Musical italiano, e per me sorprendere e non seguire cliché è una priorità assoluta.